Mi
chiamo Mario Gelmini, ho 56 anni e sono un semplice cittadino. Scrivo questa
lettera perché a causa della crisi che ha investito il nostro paese, mi ritrovo
in grave difficoltà e non so più a chi rivolgermi. Le varie istituzioni, come
il comune, la provincia e la regione, sembrano essere sorde al mio grido di
disperazione. Con questa lettera spero di attirare la vostra attenzione, nella
speranza che ascoltiate e capite la mia angoscia. Più volte sono caduto in
spiacevoli pensieri, ma il fatto che avrei lasciato i miei cari in una
situazione ancor più insostenibile mi ha distolto da tali gesti. Nessuno
dovrebbe mai arrivare a tanto nella vita! Descrivo la situazione in cui mi
trovo: tutto è cominciato nel 2008, quando l’azienda per cui ho lavorato per 30
anni, a Milano, ha subito le ripercussioni della crisi e mi ha lasciato a casa.
Da quel giorno è iniziato il calvario. Prima la mobilità e poi i lavori
saltuari con contratti a tempo determinato, che puntualmente alla loro scadenza
non venivano rinnovati e nemmeno trasformati. Adesso mi trovo in una situazione
di grandissima difficoltà, senza lavoro e con pochissime possibilità di
trovarlo, e per di più ho un figlio di 26 anni, disoccupato, che non posso
neanche aiutare. Ho sempre riposto la mia speranza nel fatto di poter andare in
pensione con i 40 anni maturati, ma nonostante io abbia pagato anche la
contribuzione volontaria per recuperare qualche settimana e colmare i buchi,
seguendo i consigli del patronato, che mi aveva comunicato che, così facendo, sarei
andato in pensione, non ho risolto nulla e con la riforma Fornero tutto è stato
vano. Il comune consenso del centrosinistra (in particolare di quei partiti che
dovrebbero tutelare i diritti dei cittadini più deboli) e del centrodestra dato
a tale riforma, mi ha rovinato la vita e mi ha tolto importanti diritti. Dovrei
essere un esodato, ma l’INPS non
certifica neppure questa opportunità. In base a quanto dice la riforma, se
riuscissi a trovare un lavoro mi mancherebbero altri tre anni al raggiungimento
pensionistico, in caso contrario andrei in pensione con l’età, e quindi tra 12
anni; e in tal situazione come potrei vivere? Tutti i miei risparmi sono stati
spesi per vivere in questi anni, quindi non ho più soldi neanche per pagare i
contributi volontari. Ho chiesto alle banche di poter finanziare il resto dei
tre anni che mi mancherebbero alla pensione con la garanzia che al suo
raggiungimento tale finanziamento venisse restituito ma purtroppo non ho
ricevuto appoggio. Sono iscritto a più di cinquanta agenzie interinali, e sono
disponibile a qualsiasi lavoro, anche uscendo dal mio percorso professionale
per ampliare le mie possibilità, ma le risposte sono sempre le stesse: non c’è
lavoro e non ho l’esperienza! Come biasimarli? Il loro punto di vista è comprensibile.
Se non cambiano le cose come sarà possibile lo sblocco generale e generazionale
nel campo del lavoro? Se noi lavoratori “over” non conseguiamo la pensione come
possono i giovani cominciare la loro vita lavorativa? Come è possibile che chi
sta al governo non capisce che questo è uno dei principali motivi di non
assunzione da parte delle aziende, per cui anche la disoccupazione giovanile
sta aumentando sempre di più. Inoltre se i cittadini non hanno soldi, non li
spendono e il commercio si ferma! Di queste politiche ormai siamo stanchi... Ci
vogliono persone che credano in una Italia nuova e produttiva. Nemmeno in
Europa e nel resto del mondo siamo considerati come una nazione valida su cui
far affidamento. Uno stato può essere definito tale se è in grado di garantire
i diritti a tutti i cittadini e il diritto più importante è proprio quello al
lavoro! Il popolo italiano non si arrende e lotta quotidianamente contro le
difficoltà della vita, ma negli ultimi anni le difficoltà sono peggiorate e
aumentate. I continui suicidi ne danno ogni giorno la conferma. Il presidente e
il suo partito di centrodestra e centrosinistra delle larghe intese, da lui
volute con tanta insistenza, si è dimenticato di quei ceti sociali che ha fatto
scioperare negli anni passati (forse qualcuno non ha memoria storica) per
conquistare i diritti... Oggi, lui stesso, appoggia quei poteri che una volta
voleva eliminare, causando un mare di danni. In particolare, con la riforma
delle pensioni (unica legge fatta dalla sera alla mattina), che è causa di non
pochi problemi per i cittadini. La politica ha contribuito a creare un forte
disagio per colpa delle scelte fatte! In questo clima di incertezze mi ritrovo
con 40 anni e più di contribuzione, senza pensione, senza lavoro, con un figlio
disoccupato, prossimo al crollo economico e psicofisico. Nessuna azienda assume
persone alla mia età; troppo vecchi per lavorare ma troppo giovani per la
pensione! Inoltre chi dovrebbe fare le nostre veci (i sindacati) sembrano
incapaci di reagire a tali ingiustizie e di difendere i cittadini più deboli.
Anzi sembrano interessati solo a se stessi, al riparo e lontano dai problemi
dei lavoratori, finiti in parlamento o in senato a dare man forte alle leggi
approvate fino a oggi: le banche, gli F35, le lobby... Ci viene ripetuto in
continuazione che mancano i soldi ma la verità è che i soldi girano nel modo
sbagliato e, cosa peggiore, vengono sprecati in cose inutili o superflue. I
nostri politici dimostrano quotidianamente all’Europa e al resto del mondo di
non tenere all’Italia e al suo popolo e di essere in capaci a governare
nell’interesse del paese. Cosa posso fare oltre a quello che ho già fatto.
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