lunedì 1 dicembre 2014

Non siamo qui per le caramelle (21)


Mi chiamo Mario Gelmini, ho 56 anni e sono un semplice cittadino. Scrivo questa lettera perché a causa della crisi che ha investito il nostro paese, mi ritrovo in grave difficoltà e non so più a chi rivolgermi. Le varie istituzioni, come il comune, la provincia e la regione, sembrano essere sorde al mio grido di disperazione. Con questa lettera spero di attirare la vostra attenzione, nella speranza che ascoltiate e capite la mia angoscia. Più volte sono caduto in spiacevoli pensieri, ma il fatto che avrei lasciato i miei cari in una situazione ancor più insostenibile mi ha distolto da tali gesti. Nessuno dovrebbe mai arrivare a tanto nella vita! Descrivo la situazione in cui mi trovo: tutto è cominciato nel 2008, quando l’azienda per cui ho lavorato per 30 anni, a Milano, ha subito le ripercussioni della crisi e mi ha lasciato a casa. Da quel giorno è iniziato il calvario. Prima la mobilità e poi i lavori saltuari con contratti a tempo determinato, che puntualmente alla loro scadenza non venivano rinnovati e nemmeno trasformati. Adesso mi trovo in una situazione di grandissima difficoltà, senza lavoro e con pochissime possibilità di trovarlo, e per di più ho un figlio di 26 anni, disoccupato, che non posso neanche aiutare. Ho sempre riposto la mia speranza nel fatto di poter andare in pensione con i 40 anni maturati, ma nonostante io abbia pagato anche la contribuzione volontaria per recuperare qualche settimana e colmare i buchi, seguendo i consigli del patronato, che mi aveva comunicato che, così facendo, sarei andato in pensione, non ho risolto nulla e con la riforma Fornero tutto è stato vano. Il comune consenso del centrosinistra (in particolare di quei partiti che dovrebbero tutelare i diritti dei cittadini più deboli) e del centrodestra dato a tale riforma, mi ha rovinato la vita e mi ha tolto importanti diritti. Dovrei essere un esodato, ma l’INPS non certifica neppure questa opportunità. In base a quanto dice la riforma, se riuscissi a trovare un lavoro mi mancherebbero altri tre anni al raggiungimento pensionistico, in caso contrario andrei in pensione con l’età, e quindi tra 12 anni; e in tal situazione come potrei vivere? Tutti i miei risparmi sono stati spesi per vivere in questi anni, quindi non ho più soldi neanche per pagare i contributi volontari. Ho chiesto alle banche di poter finanziare il resto dei tre anni che mi mancherebbero alla pensione con la garanzia che al suo raggiungimento tale finanziamento venisse restituito ma purtroppo non ho ricevuto appoggio. Sono iscritto a più di cinquanta agenzie interinali, e sono disponibile a qualsiasi lavoro, anche uscendo dal mio percorso professionale per ampliare le mie possibilità, ma le risposte sono sempre le stesse: non c’è lavoro e non ho l’esperienza! Come biasimarli? Il loro punto di vista è comprensibile. Se non cambiano le cose come sarà possibile lo sblocco generale e generazionale nel campo del lavoro? Se noi lavoratori “over” non conseguiamo la pensione come possono i giovani cominciare la loro vita lavorativa? Come è possibile che chi sta al governo non capisce che questo è uno dei principali motivi di non assunzione da parte delle aziende, per cui anche la disoccupazione giovanile sta aumentando sempre di più. Inoltre se i cittadini non hanno soldi, non li spendono e il commercio si ferma! Di queste politiche ormai siamo stanchi... Ci vogliono persone che credano in una Italia nuova e produttiva. Nemmeno in Europa e nel resto del mondo siamo considerati come una nazione valida su cui far affidamento. Uno stato può essere definito tale se è in grado di garantire i diritti a tutti i cittadini e il diritto più importante è proprio quello al lavoro! Il popolo italiano non si arrende e lotta quotidianamente contro le difficoltà della vita, ma negli ultimi anni le difficoltà sono peggiorate e aumentate. I continui suicidi ne danno ogni giorno la conferma. Il presidente e il suo partito di centrodestra e centrosinistra delle larghe intese, da lui volute con tanta insistenza, si è dimenticato di quei ceti sociali che ha fatto scioperare negli anni passati (forse qualcuno non ha memoria storica) per conquistare i diritti... Oggi, lui stesso, appoggia quei poteri che una volta voleva eliminare, causando un mare di danni. In particolare, con la riforma delle pensioni (unica legge fatta dalla sera alla mattina), che è causa di non pochi problemi per i cittadini. La politica ha contribuito a creare un forte disagio per colpa delle scelte fatte! In questo clima di incertezze mi ritrovo con 40 anni e più di contribuzione, senza pensione, senza lavoro, con un figlio disoccupato, prossimo al crollo economico e psicofisico. Nessuna azienda assume persone alla mia età; troppo vecchi per lavorare ma troppo giovani per la pensione! Inoltre chi dovrebbe fare le nostre veci (i sindacati) sembrano incapaci di reagire a tali ingiustizie e di difendere i cittadini più deboli. Anzi sembrano interessati solo a se stessi, al riparo e lontano dai problemi dei lavoratori, finiti in parlamento o in senato a dare man forte alle leggi approvate fino a oggi: le banche, gli F35, le lobby... Ci viene ripetuto in continuazione che mancano i soldi ma la verità è che i soldi girano nel modo sbagliato e, cosa peggiore, vengono sprecati in cose inutili o superflue. I nostri politici dimostrano quotidianamente all’Europa e al resto del mondo di non tenere all’Italia e al suo popolo e di essere in capaci a governare nell’interesse del paese. Cosa posso fare oltre a quello che ho già fatto.

Nessun commento:

Posta un commento